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La bozza del regolamento PPWR (Packaging & Packaging Waste Regulation) è in attesa di approvazione, che l’Europa spinge per avere prima delle elezioni di giugno.
La filiera agroalimentare italiana, compatta nella voce di Luigi Scordamaglia (Amministratore Delegato), chiede di rinviare la decisione alla prossima Commissione europea.
Scordamaglia definisce l’attuale bozza del regolamento una “proposta illogica e irrazionale che danneggia dal punto di vista economico e sociale il nostro Paese ma anche dal punto di vista ambientale: passare al riuso vuol dire emette più Co2 del 180% e acqua del 240%".
Il testo sul tavolo a tre di Commissione, Europarlamento e Consiglio, non piace all'industria italiana: le modifiche inizialmente recepite dal Parlamento sono state rigettate dal Consiglio Ue nel suo orientamento generale di dicembre, arretrando su posizioni più favorevoli al riuso. E questo perché, tra le altre cose, costituirebbe una pesante penalizzazione per un Paese come il nostro che negli ultimi 20 anni ha investito sul riciclo degli imballaggi.
"Passare al riuso per un Paese che ha superato il 70% di riciclo, che ha insegnato ai propri consumatori a riciclare bene i prodotti è un totale non sense da qualsiasi punto di vista”, ha evidenziato Scordamaglia.
Per tutta la durata del dibattito parlamentare e del consiglio, Filiera Italiana ha chiesto uno studio di impatto che valutasse gli effettivi ritorni di questa politica, ed è costantemente stato negato.
Lo scorso 5 febbraio, il commissario all'Ambiente, Virginijus Sinkevicius, ha citato uno studio del Centro di ricerca comune della Commissione che rafforzerebbe ulteriormente la linea a favore del riuso rispetto al riciclo.
Oggi Coldiretti, Filiera Italia, ma anche Cia, Confapi, Coop, Conad, Legacoop e altre sigle sindacali chiedono di bloccare i negoziati per analizzare lo studio, discuterne e approfondirlo e rimandare il tutto alle prossime commissione e parlamento europeo.